Hermann Weber‒Jakov Drabkin‒Bernhard H. Bayerlein‒Aleksandr Galkin, Deutschland, Russland, Komintern (De Gruyter, Berlin-Boston 2014-2015)


 


Hermann Weber‒Jakov Drabkin‒Bernhard H. Bayerlein‒Aleksandr Galkin,

Deutschland, Russland, Komintern. IÜberblicke, Analysen, Diskussionen.

Neue Perspektiven auf die Geschichte der KPD

und die Deutsch-Russischen Beziehungen (1918-1943),

De Gruyter, Berlin-Boston 2014, pp. VIII-477, € 39,95

 

Hermann Weber‒Jakov Drabkin‒Bernhard H. Bayerlein (a cura di),

Deutschland, Russland, Komintern. IIDokumente (1918-1943).

Nach der Archivrevolution: Neuerschlossene Quellen zu der Geschichte der KPD

und den Deutsch-Russischen Beziehungen,

De Gruyter, Berlin-Boston 2015, 2 tomi, pp. VIII-1840, € 159,95

 

                                                                                                                                          

Questo lavoro monumentale sui rapporti intercorsi nel periodo 1918-43 tra il Kommunistische Partei Deutschlands (KPD, Partito comunista tedesco), il governo sovietico e la Terza Internazionale Comunista (Komintern) è sicuramente destinato ad essere, per gli anni a venire, un’opera di riferimento fondamentale. Esso è stato reso possibile dalla vera e propria «rivoluzione archivistica» prodottasi in Russia dopo il crollo del regime staliniano, che ha permesso di conoscere e di rendere pubblici decine di migliaia di documenti precedentemente sepolti negli archivi sovietici, contribuendo in tal modo ad una maggiore conoscenza dell’azione svolta in quel periodo dal Komintern e dalle sue diverse sezioni nazionali. Tale tendenza si è ulteriormente consolidata e concretizzata il 5 marzo 2015 con l’avvio del progetto di messa in rete degli archivi del Komintern (http://sovdoc.rusarchives.ru/) ad opera del Ros­sij­skij Gosudarstvennyj Archiv Social’no-Političeskoj Istorii (RGASPI, Archivio di Stato Russo per la Storia So­ciale e Politica), progetto che è tuttora in fase di realizzazione.

Come dice il suo sottotitolo, il primo volume di Deutschland, Russland, Komintern fornisce uno sguardo d’insieme sull’argomento attraverso alcuni saggi dei maggiori studiosi che si sono occupati della storia del KPD attraverso il prisma dei rapporti «bilaterali» tra il movimento comunista tedesco da una parte, e quello sovietico e mondiale dall’altra, entro un ambito temporale di grande importanza per la loro storia che va dal fallimento della rivoluzione tedesca del 1918-19 alle convulsioni dei primi anni Venti (basti pensare all’«Azione di marzo» del 1921 o al mancato «Ottobre» tedesco del 1923), e poi ancora dall’ascesa al potere dello stalinismo e del nazismo fino al «biennio rosso-nero» del patto nazi-sovietico (1939-41) e allo scioglimento del Komintern, decretato nel maggio-giugno 1943 dalla burocrazia controrivoluzionaria staliniana per rassicurare i suoi nuovi alleati militari imperialisti statunitensi e britannici.

Quattro i saggi che danno corpo a questo primo volume. Hermann Weber entra subito nel cuore della questione con un’analisi dettagliata dei rapporti tra il Komintern, lo Stato sovietico e il KPD che prende le mosse dalle origini di quest’ultimo e dell’Internazionale Comunista (1919-23), e passa poi ai temi della «bolscevizzazione» del partito tedesco (1924-29), dell’erroneità della politica ultrasinistra/avventurista da esso seguita fino all’avvento del nazismo (1929-33), del suo conseguente collasso e degli atteggiamenti contraddittori adottati dal Komintern rispetto alla «questione tedesca» (1933-39) e, infine, dal patto Molotov-Ribbentrop (1939-41) e dalla successiva «controsvolta democratica» attuata dall’Internazionale stalinizzata nei primi anni Quaranta, dopo l’invasione nazista del giugno 1941.

Collocandosi su di un piano più generale, Jakov Drabkin studia dettagliatamente l’evoluzione dell’idea di rivoluzione mondiale nella storia del Komintern, soffermandosi in particolare sul mutamento epocale determinato dall’adozione della dottrina staliniana del «socialismo in un paese solo» alla metà degli anni Venti e sull’impatto della politica collaborazionista di classe dei Fronti Popolari, ufficialmente adottata dall’Internazionale Comunista al suo VII Congresso Mondiale, nell’estate del 1935, proprio mentre nell’Unione Sovietica andava montando l’ondata del Grande Terrore.

Dal canto suo, Bernhard H. Bayerlein affronta alcuni aspetti specifici dei rapporti tra il comunismo tedesco stalinizzato, il regime sovietico e l’Internazionale Comunista nel periodo 1929-43: dai loro atteggiamenti rispetto alla vittoria del nazismo e dalla successiva attività clandestina del KPD in Germania fino all’ondata repressiva staliniana che, nella seconda metà degli anni Trenta, non mancò di abbattersi anche sui comunisti tedeschi.

Infine il lavoro di Aleksandr Galkin, che chiude il volume, offre un breve panorama della storia della Prima e della Seconda Internazionale, tratteggiando il retroterra storico-politico dell’organizzazione mondiale dei lavoratori e le posizioni del movimento operaio internazionale fino alla «Grande Guerra» del 1914-18.

Sarebbe arduo dare conto, anche soltanto sommariamente, dei 524 documenti inediti o poco noti che danno corpo al secondo volume dell’opera, diviso in due grandi tomi. Basti dire che il loro elenco occupa ben 27 pagine. Tra i nomi degli estensori dei rapporti, delle lettere e dei diversi altri materiali documentari in essi contenuti spiccano quelli di Heinrich Brandler, Nikolaj Bucharin, Georgij Čičerin, Hugo Eberlein, Adol’f Ioffe, Leo Jogiches, Béla Kun, V.I. Lenin, Rosa Luxemburg, Dmitrij Manuil’skij, Vjačeslav Molotov, Willi Münzenberg, Heinz Neumann, Osip Pjatnickij, Wilhelm Pieck, Karl Radek, Iosif Stalin, August Thalheimer, Ernst Thälmann, Lev Trotsky, Voja Vujović, Jacob Walcher, Clara Zetkin e Grigorij Zinov’ev ‒ solo per citare i più conosciuti. Il volume si chiude con una vastissima bibliografia.

Frutto di un progetto patrocinato dalla Gemeinsame Kommission für die Erforschung der jüngeren Geschichte der deutsch-russischen Beziehungen (http://www.deutsch-russische-geschichtskommission.de/), creata nel 1997, quest’opera colma alcuni vuoti riscontrabili nella precedente saggistica sull’argomento, arricchendo così in modo significativo la conoscenza della storia del movimento comunista in Germania e dei rapporti germano-sovietici nel periodo preso in esame.

 

 

I due volumi possono essere richiesti direttamente all’editore attraverso i seguenti links:

http://www.degruyter.com/view/product/186108

http://www.degruyter.com/view/product/212875