Countdown
Studi sulla crisi,
n. 2, marzo 2016, pp. 176, € 10,00
Questo secondo numero di Countdown contiene dieci saggi che spaziano su vari argomenti.
Laurence Reynolds e Bronislaw Szerszynski criticano e rovesciano l’idea corrente secondo cui il capitalismo vive un’era di accelerato progresso tecnico. Secondo questi autori il progresso tecnico in corso, rimanendo confinato nella information technology, maschera anzi una fondamentale stagnazione di fondo.
George Labridinis illustra il concetto di denaro quasi-mondiale, ossia di un piccolo insieme di divise attualmente tutte equivalenti nelle transazioni internazionali (dollaro, sterlina, euro, yen, etc.), attraverso l’analisi dei mutamenti nella composizione delle riserve monetarie internazionali.
Anwar Shaikh e Amir Ragab propongono un nuovo indice della distribuzione del reddito, il Vast Majority Income Index, che stando alle loro misure statistiche dovrebbe essere più preciso e potente dell’universamente utilizzato coefficiente di Gini.
William Lazonick riprende la teoria della financialisation in una sua forma abbastanza diffusa sostenendo che la vasta e crescente riacquisizione delle proprie azioni da parte delle corporations statunitensi tende a manipolare il mercato borsistico e a garantire guadagni speculativi molto alti al top management ‒ meccanismo che ha l’effetto di deprimere gli investimenti produttivi e di erodere il reddito della massa dei lavoratori salariati.
Peter Nolan e Jin Zhang prendono in esame le dimensioni delle società cinesi in rapporto ai loro competitori internazionali nei paesi cosiddetti avanzati, trovando che il confronto non è ancora proponibile e che il tasso di concentrazione è ulteriormente aumentato con la crisi a favore degli attori tradizionali..
Cyrus Bina critica l’idea generale secondo cui la politica internazionale e le guerre presenti siano in qualche modo collegate alla dipendenza dal petrolio mediorientale. Il suo lavoro tende a mostrare che questa onnipresente credenza si basa sull’ignoranza del funzionamento del mercato attuale del petrolio.
Mylène Gaulard analizza i problemi del mercato immobiliare cinese, sostenendo che in Cina si è formata un’enorme bolla speculativa, facilitata dalla politica delle autorità, il cui scoppio potrebbe essere abbastanza vicino.
Michel Husson fornisce un’analisi generale dell’economia greca, anche indipendentemente dalla forte depressione in cui è stata precipitata dalla crisi dell’euro, sostenendo che si tratta di un’economia in cui la dipendenza estera e la rendita hanno un peso enorme.
Duncan K. Foley propone una nuova misura del reddito nazionale reale applicandola all’economia statunitense. Questa nuova misura è resa necessaria dalle contraddizioni logiche in cui la categoria statistica di reddito nazionale è finita grazie al peso crescente di settori che non producono nulla di misurabile con gli indici reali (deflazionati). .
Claus M. Gerner esamina la tesi delle cosiddetta «economia solidale», mostrando come essa si regga su basi illusorie perché «dimenticano» che l’ambiente circostante alle unita considerate solidali è capitalistico e non può quindi permettere a queste di sopravvivere.
Sommario:
- Laurence Reynolds‒Bronislaw Szerszynski, «Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?»;
- George Labrinidis, «Le Riserve internazionali nell’era di denaro quasi-mondiale»;
- Anwar Shaikh‒Amir Ragab, «Il Vast Majority Income (VMI). Il reddito della stragrande maggioranza, una nuova misura della disuguaglianza a livello globale»;
- William Lazonick, «Profitti senza prosperità: come le riacquisizioni delle azioni manipolano il mercato e rendono più povera la maggioranza degli americani»;
- Peter Nolan‒Jin Zhang, «La concorrenza globale dopo la crisi finanziaria»;
- Cyrus Bina, «Il petrolio globalizzato e la falsa tesi della dipendenza dal Medio Oriente»;
- Mylène Gaulard, «L’evoluzione del mercato immobiliare cinese, un rivelatore delle difficoltà incontrate dalle collettività locali»;
- Michel Husson, «Grecia: un’economia dipendente e rentier»;
- Duncan K. Foley, «L’economia politica degli Stati Uniti relativa all’output ed all’occupazione 2001-2010»;
- Claus M. Gerner, «L’“economia solidale”: una criitica marxista».
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