AA.VV., Biografías del 36. Revolucionarios, extranjeros, judíos, anarquistas, trotskistas, bordiguistas, olvidados, internacionalistas, disidentes, exiliados, apátridas y otros malditos de la Guerra de España (Descontrol, Barcelona 2016)



AA.VV.,
Biografías del 36.

 Revolucionarios, extranjeros, judíos, anarquistas, trotskistas, bordiguistas, olvidados, internacionalistas, disidentes, exiliados, apátridas y otros malditos de la Guerra de España

[Balance, cuaderno N° 39, julio de 2016],

Editorial Descontrol, Barcelona 2016, pp. 413, € 13,00

 

 

Questo volume raccoglie una serie di biografie di militanti che risedettero a Barcellona durante la Guerra Civile spagnola, con una particolare attenzione a quelli meno noti o completamente dimenticati. A questa discriminante è stata fatta eccezione soltanto in pochi casi, ad esempio quelli di Manuel Fernández-Grandizo y Martínez detto «G. Munis» e di Benjamin Péret. Le loro biografie, unite a quelle di altri trotskisti meno noti della Sección Bolchevique-Leninista de España ‒ in particolare Jaime Fernández Rodríguez, Erwin Wolf, Domenico Sedran detto «Adolfo Carlini», Aage Kjelsø e Jean Rous ‒, hanno permesso di fornire un panorama piuttosto completo dell’organizzazione quartinternazionalista spagnola. Lo stesso dicasi per il piccolo gruppo trotskista dissidente che prendeva nome dal proprio bollettino dattiloscritto in francese Le Soviet, gruppo che nel libro è rappresentato dai suoi principali fondatori: Nicola Di Bartolomeo detto «Fosco» e Virginia Gervasini detta «Sonia».

Ma ovviamente i seguaci di Trotsky non sono gli unici protagonisti del volume. Tutt’altro. Oltre ad essi, vi sono molti altri militanti, appartenenti al Partido Obrero de Unificación Marxista (POUM) e alle organizzazioni straniere ad esso collegate, al movimento libertario e alla Sinistra Comunista italiana («bordighista»). Nessuno spazio è stato purtroppo consacrato ai membri del Partito Socialista Italiano massimalista, la cui vicenda complessiva rimane ancor oggi pressoché sconosciuta e viene sostanzialmente ignorata dagli storici (con poche, rarissime eccezioni). La ricostruzione di questo spezzone di storia del movimento operaio italiano ‒ sulla testa del quale pende tuttora il duplice anatema della storiografia riformista «ufficiale» (togliattian-staliniana e socialdemocratica) ‒ è un compito che prima o poi dovrà essere affrontato, se non altro per rendere giustizia ai coraggiosi militanti massimalisti che, in stretto legame con il POUM, si batterono con grande altruismo in terra di Spagna.

Il fatto che Biografías de 36 ‒ curato da Agustín Guillamón e pubblicato nel luglio 2016, come numero 39 della rivista Balance, in occasione dell’ottantesimo anniversario dello scoppio della Guerra Civile spagnola ‒ sia stato realizzato grazie al lavoro di undici diversi autori, i quali hanno redatto le oltre quaranta biografie che lo compongono, determina il suo carattere eterogeneo e talvolta «sbilanciato». Così, alcune delle biografie sono piuttosto corpose, frutto di un lavoro di indagine dettagliato e rigoroso (ad esempio, quelle di Gaston Davoust, di Kurt Landau, di Mario De Leone e di Enrico Russo, oltre ai già citati G. Munis, Kjelsø e Rous), mentre altre sono molto più stringate.

Nel complesso, però, il volume rimane fedele al suo sottotitolo: «Rivoluzionari, stranieri, ebrei, anarchici, trotskisti, bordighisti, dimenticati, internazionalisti, dissidenti, esuli, apolidi e altri maledetti della guerra di Spagna.» Esso offre una nuova prospettiva visuale su alcune persone in carne e ossa che decisero di recarsi in Spagna per partecipare alla rivoluzione allora in atto. Ma agli stranieri che combatterono la guerra civile ‒ italiani e tedeschi esuli in Francia o in Belgio, ma anche uomini donne dalla doppia nazionalità, come il franco-polacco Jean Malaquais o l’australiana-britannica Mary Low ‒ si affiancano le biografie di militanti spagnoli che, a causa della sconfitta del 1939, si sarebbero poi trasformati essi stessi in esuli: dagli anarchici Antonio Ortiz e Ricardo Sanz, che dopo essere stati delegati delle colonne di miliziani sul fronte d’Aragona diventarono soldati di un esercito regolare durante la Seconda guerra mondiale, a importanti esponenti del POUM come Josep Rebull e Albert Masó.

Uno degli aspetti più interessanti del libro risiede nei punti di contatto che emergono di tanto in tanto tra le varie schede biografiche, negli snodi in cui vite diverse si ritrovarono collegate per un lasso di tempo più o meno lungo. Come nel caso di Masó e dello stalinista polacco Leon Narwicz ‒ la cui biografia costituisce l’unica eccezione in un libro consacrato a coloro che si battevano per un cambiamento sociale radicale ‒, che proprio di Masó cadde (meritatamente) vittima nel febbraio 1938 dopo essere stato smascherato come agente segreto del NKVD e del SIM; o della grande amicizia personale che univa Sedran a Kjelsø e a Jaime Fernández. Gli incontri e i legami tra i diversi militanti biografati sono molteplici e di vario tipo, del tutto casuali o determinati da una circostanza ben precisa. Il lettore non faticherà a individuare i diversi momenti in cui varie biografie si incrociano, in maniera spesso sorprendente e sempre significativa, collegando inopinatamente le loro esperienze di vita e di lotta.

Infatti, al di là del suo carattere eterogeneo, Biografías de 36 si basa su un’omogeneità tematica di fondo: la lotta comune contro la reazione capitalista-imperialista e contro la controrivoluzione staliniana. La battaglia individuale e collettiva, insomma, per la rivoluzione sociale in una Barcellona che, dopo le giornate di luglio del 1936, sembrava offrire la possibilità di cambiare il mondo, di scrivere una nuova storia, di compiere un passo decisivo per liberare finalmente l’umanità da ogni forma di oppressione e di sfruttamento.

Segnaliamo di seguito, accanto al nome dei vari autori, la relativa lista dei militanti biografati. Philippe Bourrinet: Turiddu Candoli, Gaston Davoust, Benjamin Jacob Feingold, Aldo Lecci, Jean Malaquais, Renato Pace, Bruno Zecchini. Andreas Bülow‒Paolo Casciola: Aage Kjelsø. Paolo Casciola: Mario De Leone, Nicola Di Bartolomeo, Virginia Gervasini, Kurt Landau, Enrico Russo, Domenico Sedran. Agustín Comotto: Simon Radowitzky. Agustín Comotto‒Emilià Páez Cervi: Jacobo Maguid. Pierre Chevalier: Jean Rous. Eulogio Fernández Izquierdo: Jaime Fernández Rodríguez. Eulogio Fernández Izquierdo‒Agustín Guillamón: Manuel Fernández-Grandizo y Martínez (G. Munis). Antonio Gascón‒Agustín Guillamón: Antonio Martín Escudero. Agustín Guillamón: Joan Pau Fábregas, Mary Low, Albert Masó, Leon Narwicz, Antonio Ortiz, Benjamin Péret, Manuel Pérez Fernández, André Prudhommeaux, Josep Rebull, Ricardo Sanz. Dieter Nelles: Ferdinand Götze, Arthur e Martha Lewin, Rudolf e Margarethe Michaelis, Fred Schröder. Emilià Páez Cervi: José GrunfeldMartin Gudell. Sergi Rosés: Russell Blackwell, Hans David Freund, William Krehm, Charles e Lois Orr, Albert Weisbord, Erwin Wolf.

 

 

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